28 aprile 2014

Love and other stories




/ Capitolo V /

Sono a mensa e non faccio altro che tenere gli occhi fissi su Danny in piedi a parlare con qualche ragazza sensazionale della squadra di pallavolo.
Sono passate due settimane dalla nostra prima volta, e nel mezzo ce ne sono state altre, nella sua auto per due lunedì e due mercoledì di fila prima dei suoi allenamenti di calcio e nella mia camera una sera che i miei erano in un ristorante di Berkeley.
Sesso e mai qualcosa di più, o meglio di meno.
Non siamo una coppia, non siamo scopamici perchè non siamo amici, facciamo solo sesso, e seppur sensazionale si traduce in un misero atto di passione generato dai suoi ormoni impazziti e dei miei consenzienti, e questo mi fa impazzire!
Mi sento come un farfalla intrappolata, mi sento incapace di fuggire, inebetita, impacciata, completamente stravolta da lui, e mi sono accorta, mentre passo le mie giornate sfracellandomi il cervello pensando ad un modo per cambiare le cose, che il solo sesso non mi basta e non mi piace.
Non è per la bassa opinione che potrei avere di me stessa continuando a concedergli la mia V senza che paghi un piccolo pedaggio, ma piuttosto perchè è qualcosa che non mi rende, non solo fiera di me stessa, ma nemmeno soddisfatta e felice.
Avevo sempre sognato una storia fatta di cinema e cioccolatini, non bagni pubblici e preservativi.
Lui entra nella mia camera, nel mio giorno e dentro di me, e seppure nei primi due casi la cosa mi piace, per la seconda ho deciso che dovrà rispettare alcune regole prima di potervi accedere.
Seconda Kayla per indurlo a mettersi con me dovrei vestirmi più come lei e meno come una sfigata, secondo Holly non c'è una soluzione ai miei problemi, perchè lui ha avuto quello che cercava senza nemmeno dover sudacchiare un po' e non importa come o dove ciò avvenga ma è categorico: fuori dal mio corpo!
Mentre io trovo che guardarlo da lontano a scuola e da vicino la sera sia la soluzione alle mie pene, anche se non a tutte, perchè a dir la verità non ho il coraggio di ammettere nemmeno con me stessa, che non sopporto più fare sesso con Danny senza nemmeno conoscere i suoi gusti di gelato preferiti, senza sapere se preferisce la pizza o la pasta, o se beve coca cola normale o light.
Ma io sono troppo vigliacca per ammetterlo.

Quando esco da scuola quel pomeriggio, l'unica speranza di non dover tornare a casa a piedi la ripongo nella mia irresponsabile madre, dato che Kayla ha dei corsi extra e Holly ha saltato le ultime ore per vie di una visita medica.
Così sono costretta a pregare che la donna che mi ha generato arrivi seduta su una delle panchine davanti all'entrata.
Passano circa dieci minuti quando mi decido a chiamarla e lei mi risponde che sta finendo qualche strano trattamento dall'estetista.
Perfetto!
Mi guardo intorno e proprio in quel momento me lo vedo arrivare davanti.
Mi fa cenno con la mano e da lontano mi chiede come va.
Lo saluto e gli racconto di quanto è stordita mia madre.
Lui ride e io faccio lo stesso.
"Se vuoi ti do un passaggio io" Si offre gentilmente e mentre pronuncia quelle parole nella mia mente mi ha appena chiesto di sposarlo e non posso fare altro che annuire e camminare verso di lui.
Stiamo per salire in auto quando Abby Morgan arriva correndo. Gli chiede un passaggio a casa, lo supplica e lui rivolgendomi uno sguardo dolce, mi chiede cortesemente di scusarlo o almeno così lo interpreto io.
Abby si siede davanti, mi ignora, pensando probabilmente che sia il compito di a casa di un corso di volontariato sociale e si mette a parlare a raffica di quanto sia diventato "F I C O" Danny, avete capito bene, il ragazzo che viene a letto con me, non con lei, o almeno credo io, e di certo non sa lei.
Passo dieci minuti muta, rannicchiata nell'enorme sedile posteriore, aspettando che quella gallina scenda e quando finalmente arriviamo davanti a casa sua, stampa un bacio sulla guancia a Danny e gli sbatte praticamente tutte le sue tette sulla faccia, come a volergli ricordare che si porta a letto una seconda scarsa, e non una terza abbondante.
Danny mi guarda e mi fa cenno di venire davanti, e io senza troppo remore, obbedisco.
Mi sorride e mi dice che Abby è un po' esibizionista, ma che alla fine la conosce da una vita e le vuole bene, sono amici.
Io lo guardo e mi sembra a suo agio, e allora perchè risulta così difficile definire cosa siamo?
Arriviamo davanti a casa mia e io rimango un attimo immobile a fissarlo, lui fa lo stesso, poi ride.
"Cosa siamo noi due? "E lascio che quelle parole cavalchino l'aria libere e temerarie, non come il mio cuore o i miei capelli da lavare.
Danny mi sorride e non sa cosa rispondere, lo so.
"E' ancora presto per dirlo, no?"Fa tentando un approccio diplomatico.
E io vorrei rispondergli a tono, perchè mi passano per la testa almeno due o tre insulti, ma mi trattengo, scendo dall'auto, non mi giro a guardarlo, da un lato ho paura dall'altro sono stanca di farlo.


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