31 marzo 2014

love and other stories (I)


/ Capitolo I /


                 


Non sognavo niente di speciale per l'estate: qualche film in più, una nuotata in piscina di tanto in tanto e non tornare a scuola ancora perfettamente impacchetta la sotto.
Ma il destino ha deciso che per il mio regalino non fosse ancora venuto il momento di essere scartato.
Ormai l'estate e' agli sgoccioli e per festeggiare (come se ci fosse qualcosa da festeggiare) la mia amica Kayla, alta, bionda e con l'ambizione di diventare chirurgo, organizza questa festa super nella sua villa con piscina, in cui, tanto per aumentare la mia assente autostima, ci saranno tutti i ragazzi carini e tutte quelle che l'hanno data via il primo anno di liceo senza nemmeno fare troppa fatica.
Così, dopo aver passato il pomeriggio, a prendere il sole con mia madre e le sue amiche nuove di zecca, tetta destra e tetta sinistra, mi vesto svogliata e aspetto Holly, l'altra mia amica.
Sono le otto e trenta e, a parte mio padre, intento ad insegnare al mio imbranato fratello di sei anni più piccolo di me, a calciare una maledetta palla, nel mio vicinato non c'è nessuno.
Mia madre mi saluta dalla finestra più emozionata di me, e io vorrei dirle di continuare a stendersi lo smalto e farsi gli affari propri, piuttosto che stare lì a guardare me, impacciata, insicura e strizzata, si fa per dire, in uno dei suoi vestitini porno.
Holly arriva e io schizzo in auto, mi saluta con un bacio che sa di lipstick alla fragola e sento il profumo del suo shampoo stuzzicarmi il naso e la gola, così abbasso il finestrino e canticchio la canzone che passa alla radio.
"Kayla ha garantito che ci saranno Dolly Finnigan & Co" Fa lei esaltata e quasi prende in pieno la signora Cohen e il suo cagnolino, (che a mio parere sembra più una iena che un barboncino) e io mi sento già male.
Arriviamo a casa di Kayla e lei ci corre incontro, come se non ci vedesse da una vita.
"Siete le prime" Grida nel suo abitino bianco che le cade perfettamente sul corpo da modella.
Io guardo Holly, e perfino i suoi chili di troppo sembrano sexy stasera, mentre io mi sento un'imbecille tripla.
Il padre di Kayla si avvicina con i mano un aggeggio da barbecue, ci fa le raccomandazioni, che novità, e poi accompagnato dalla moglie e un borsone con tutti gli oggetti "preziosi"  si dirige verso il garage per andarsene fuori a cena.
Kayla fa un urlo di incoraggiamento ed insieme ci dirigiamo verso la casa e il giardino sul retro.
Quando, dopo un'ora, inizia ad arrivare gente, io sono seduta lontano dalla festa e dalla musica, e mi godo quello spettacolo di vita sociale dal quale sono volontariamente esclusa.
Holly mi raggiunge correndo e quando mi arriva davanti, inciampa e mi versa tutta la birra addosso e io non faccio altro che maledirla e ringraziarla insieme.
"Era analcolica tanto"Si scusa lei.
Non so cosa fare, ma forse la soluzione migliore è chiamare mia madre e chiederle con voce rotta di venirmi a prendere ma quando ci provo, lei mi pare reduce da una corsa e mi risponde "Sono solo le nove e trenta" 
Allora mi riprendo un attimo e capisco di aver rovinato la serata a mamma e papà, riattacco e mi dirigo fradicia in camera di Kayla.
Cerco qualcosa da mettermi, ma purtroppo lei non ha la mia taglia e qualsiasi vestito mi arriverebbe alle caviglie e la scollatura sarebbe miseramente riempita, così mi accontento di una maglia vecchia di suo padre e di un paio di shorts di quando lei aveva dodici anni.
Ritorno alla festa, mi faccio versare un bicchiere di birra, da uno del club dei matematici,  e mi volto scordinatamente, inciampando in qualcuno e rischiando di rovesciarmi nuovamente la birra addosso e finire con la faccia appiccicata al pavimento.
Alzo gli occhi e non ci credo.
"Tutto bene?"Mi fa lui con fare preoccupato.
Io annuisco e rimango immobile, mentre lui mi sfiora le spalle.
Lo fisso per un momento, ha i capelli bagnati e pettinati, se così si può dire,all'indietro, gli occhi grandi di un blu intenso e si sfrega nervosamente le mani, mentre le labbra mi sussurrano qualcosa. 
Mi piace e per un momento dimentico di indossare la t-shirt del padre di Kayla e mi permetto perfino di sorridergli, quasi fossi una escort in un hotel in cerca di clientela e pensandoci probabilmente faccio una faccia strana e per un attimo mi incanto, fissa completamente su di lui e non m'importa della musica o della birra analcolica che fa tanto lamentare Holly o degli schizzi d'acqua di chi si tuffa in piscina, perché per un attimo, per un solo istante e' ancora estate e io sto brillando degli occhi del ragazzo più sensazionale di sempre.
Lui mi sorride e si presenta con disinvoltura, e anche se io conosco già il suo nome, il suo cognome, e tutto ciò che di rilevante o meno lo riguarda, faccio finta di sentirlo nominare per la prima volta,e lo ripeto ad alta voce e dalla mia bocca il suo nome sembra avere un altro suono come se io riuscissi a rendere orrendo perfino quella musica perfetta di vocali e consonanti.
Danny sorride di nuovo e si sfiora appena la collana fatta con gli aggeggi che il padre di Kayla ha comprato quel pomeriggio per rendere "da panico" la festa.
"Io sono Lisa Pendelton"mormoro con gli occhi appiccicati al suo visto, alle sue spalle e non lo nego, anche ai suoi addominali perfetti.
Lui ride, poi inizia a parlare della campionato di calcio ma io non faccio altro che annuire, cullata dal suono dolce della sua voce e dall'ardente desiderio di strusciare la mano sui suoi addominali illuminati candidamente dalla luce del falò che i giocatori della squadra di basket hanno appiccato in mezzo al prato.
Non so cosa esattamente lo abbia indotto a rivolgermi la parola, non so se sia per la figuraccia che avevo fatto poco prima, se perché sia sessualmente attratto dalla maglietta XXL del padre di Kayla, o semplicemente del mio seno cresciuto di almeno una taglia nel corso di un'estate.
So solo che, quando Abby Morgan l'ha richiamato all'ordine tra i fichi dell'olimpo, lui ha atteso che finissi di farfugliare qualcosa e se n'è tornato da loro, illuminato da quell'aurea dorata e dall'irresistibile richiamo sessuale e io sono rimasta, lì, in una Tshirt troppo grande, un bicchiere di birra analcolica tra le mani e il dubbio lancinante di aver appena avuto un'allucinazione.



26 marzo 2014

love and other stories




La luce della luna entra indiscreta dalla finestra spalancata e si infila tra di noi, spargendosi sul pavimento e bagnando la stanza, e i nostri corpi, di un'atmosfera strana, quasi dolorosamente magica e perfetta.
Rimango immobile a guardarlo, mentre lui si avvicina piano, ma nei suoi occhi c'è la paura, il dolore, che solo io ho causato. 
Abbiamo perso, ho perso, e questa volta non ci sono soluzioni, non si può tornare indietro e cancellare, no, questa volta si deve rimanere qui, fermi, davanti ai nostri errori e sopportare il nostro dolore, il mio e il suo.
Mi accarezza piano il viso e io socchiudo gli occhi. 
A volte l'amore lega le persone, altre volte le distrugge.
Il nostro ha fatto entrambe le cose.
Lui da uno sguardo alla mia camera, e per un momento penso alla prima volta in cui vi è entrato, penso a quanto fosse nervoso e a quanto lo fossi io, penso a quante volte siamo stati insieme e una malinconia mi prendere il cuore, mi prende tutta e non mi lascia andare, non mi permette di perdermi nei suoi occhi come invece vorrei fare.
"Scusami" Sussurro piano, mentre sento gli occhi bruciare e una lacrima scendere veloce.
Lui rimane in silenzio e questo silenzio grava sulle mie spalle e mi fa girare la testa, mi fa sentire male.
Forse tra di noi non ci sarà altro che silenzio da ora in poi.
Poi mi guarda, mi prende le mani e mi fa segno di avvicinarsi, o forse sono io a farlo e basta.
"Ho bisogno di tempo" Mormora lui, sfiorando inconsapevolmente il mio cuore con un pugno.
Annuisco.
Annuisco ancora e lui mi sorride piano, e se ne va da dove è entrato, dalla finestra ancora spalancata e non si volta nemmeno per un momento e io rimango lì, a guardarlo andare via, mentre non ho il coraggio di fare qualcosa, troppo spaventata, troppo insicura, incapace di reagire, troppo ubriaca di un amore freddo e distante, invasa dal dolore.

To Be Continued...

23 marzo 2014

Ash Jungle: I'm in love!



Buona domenica a tutti! 
Questa mattina ho fatto un giro per negozi e sbirciando un po' tra le vetrine mi sono subito innamorata di un paio di scarpe! Banale come cosa, no? 
Queste scarpe sono prodotte dal brand Ash, un marchio che ho già provato in passato e che, letteralmente, non vorrei più togliermi dai piedi!
Ce ne sono tantissime e questa collezione (Jungle) riprende stampe animalier che riportano alla selvaggia giungla e che personalmente io adoro!
Poi ci sono anche le versioni "brillantinate" perfette sia per il giorno sia per passare una serata super comoda, ma allo stesso tempo sempre alla moda!
Credo che in settimana passerò a ritirarle, anche se sono ancora indecisa sulla fantasia! Voi quale preferite? 

Bisous B















22 marzo 2014

Love Room




Buon sabato!
Come va? Oggi volevo proporvi qualcosa di diverso ma che spero vi piaccia comunque!
Mia madre ha deciso di ristrutturare casa e così praticamente tutte le settimane da circa un mese torna a casa con riviste, depliant per decidere definitivamente! 
La mia più grande preoccupazione riguarda la mia camera (anche se so che il nostro super architetto non mi deluderà) , quindi in questo sabato di primavera, anche se le previsioni dicono che dal primo pomeriggio inizierà a piovere, vi propongo alcuni spunti per una camera da letto!
Io le adoro tutte, e a voi quale piace di più?

Bisous B































17 marzo 2014

love u ♡



- Mi ha sorriso mentre lo guardavo, 
aveva gli occhi grandi, castani e alcune ciocche di capelli gli sfioravano la fronte. 
Era così bello, con le spalle larghe e una camicia bianca e azzurra, con le maniche arrotolate e morbide. 
Ed era strano, rimanere lì, nel tepore dolce e rassicurante della sua auto, 
mentre lui, con fare da esperto, cercava di lavarla, 
e la musica mi avvolgeva come una seconda pelle, rendendo perfetto quel momento lungo una vita. 
E poi mi sono resa conto di essere così parte del suo sorriso, di appartenere a quegli occhi ormai. 

Love you  -

13 marzo 2014

sos primo appuntamento!





Anche a vent'anni suonati, quando una ragazza riceve l'invito ad uscire da un ragazzo, relativamente carino e potenzialmente perfetto, sente nascere dentro di se la speranza che questo essere, pensante o quasi, sia in grado di sconvolgere ogni minimo dettaglio negativo di una vita fatta di maschietti sbagliati e continue delusioni, e portare così la pace del regno di singlelandia!
Si sa che i primi appuntamenti sono la parte più critica di un rapporto, quella in cui ci si gioca la carta migliore oppure per via del nervosismo e dell'ansia, la si spreca, sfoderando la parte peggiore del nostro essere.
Ci sono appuntamenti che partono sbagliati in partenza, e tralasciando quelli a quindici anni vicino ai bagni chimici di un cantiere, passiamo a protagonisti un po' più adulti, dotati di patente, ciclo di vaccinazioni concluso e, si presume, un'esperienza più ampia sulle spalle.
Bene, se a quest'età un primo appuntamento si trasforma in un orribile incontro di pugilato forse qualcosa è andato storto (true storie)!
Allora mie/ei care/i per quanto riguarda certe cose, bisogna riderci su, senza farsi troppe paranoie, ma se vi domandate ancora, dopo secoli, per quale motivo il vostro appuntamento con quel/lla ragazzo/a carino/a è andato storto, ecco subito alcuni spunti su cui riflettere!


- Non è per essere all'antica ma è il ragazzo che deve proporre un'uscita, soprattutto se lo si è appena conosciuto, noi dolci fanciulle possiamo solo abilmente indurlo in  tentazione!

-E' già un cattivo segno se siamo noi a doverlo raggiungere in qualche posto sperduto della città, e se questo, per qualche strano motivo, avviene il bell'addormentato non deve metterci venti minuti a farsi trovare!

-Trovandosi uno difronte all'altra, finalmente soli soletti, uno dei due deve prendere l'iniziativa, e la cosa più banale è fare una passeggiata o bere/mangiare qualcosa, quindi passiamo al punto successivo!

-Se alla domanda "Hai mangiato?" lui/lei ci risponde " Sisi" e non si interessa del nostro stomachino sarebbe anche ora di lasciarlo/a lì sul marciapiede come un orfanello/a.

-Se infine la serata/pomeriggio non prende nessuna piega e dopo cinque minuti dall'essersi beccati, ci si ritrova in metro o in taxi, con una sola e unica meta: CASA, allora qualcosa è andato storto!

-Se poi in tutto il tragitto lui/lei non ha fatto altro che insultarci, senza darci tregua un attimo, be allora potreste pure causare un piccolo incidente lanciandolo/la nei binari della metro e chi si è  visto si è visto.

Ps.
Riferimenti a cosa, avvenimenti e situazioni sono puramente casuali!

Bisous B


12 marzo 2014

non c'è due senza tre!





Vi siete mai chieste come le disgrazie non arrivino mai da sole? 
Ecco, la mia teoria è che le disgrazie siano un po' come gli uomini: o non si fanno vedere per molto, molto tempo, oppure in un attimo, magari appena inizia la bella stagione, saltano fuori come funghi! 
Quando si fa di tutto per accalappiarsene uno, c'è solo un film troppo strappalacrime alla tv, mentre quando siamo a vedere un allenamento di pallone, con addosso una tuta malconcia e i capelli di una perfetta casalinga (manca solo il mollettone), allenatore, dirigenti e giocatori perdono la testa e tu non ti spieghi, per quale ragione dell'universo, capitino tutti insieme e mai perfettamente diluiti nell'arco di una vita!
E' forse questione di karma? Aiutare una vecchietta ad attraversare la strada la mattina ci garantisce un invito a cena da un aitante istruttore di tennis? Oppure una parolaccia di troppo ci regala con sincero affetto solo un brufolo sul naso e la voglia incontrollabile di dolci nel periodo più critico della dieta?
Basta così poco per rimescolare le carte e trovarsi mazzi di rose davanti alla porta di casa?
Ci sono giorni che non hanno fine, giorni che ogni volta che si incrocia il nostro riflesso un una maledetta vetrina si finisce con la convinzione sempre più solida di mettersi a dieta, andare dal parrucchiere, o dall'estetista o ancora a fare shopping, e poi c'è quel giorno, che accade una volta ogni mai, proprio come il nostro compleanno o Natale, in cui qualcosa cambia e tu non sai bene cosa, ma prima arriva un messaggio da un tipo carino, poi un'occhiata dal ragazzo del tavolo accanto a pranzo, e prima di sera un'email dal compagno di studi, che oltre ai vari appunti di manda la richiesta di un invito al cinema per il sabato successivo, data in cui avevi già fissato un'uscita con il tipo conosciuto a colazione!
Non c'è due senza tre, e si sa, il quattro vien da se, ma poi?  Tendenzialmente ce li bruciamo tutti quanti, per via dell'ansia e dei sensi di colpa provocati dalle troppe uscite serali o pomeridiane concentrate in così poco tempo, oppure cosa ancora più tragica, ne scegliamo uno troppo in fretta, ammaliate dalle straordinarie doti fisiche convinte di trovarne anche di più profonde, escludendo il ragazzo che in un'altra vita ci avrebbe sposate!

Bisous B


10 marzo 2014

he is her past




/ Lei si immerse nei suoi occhi, 

era come tornare a respirare dopo un lungo momento di apnea,

come tornare alla calma dopo la tempesta.

Un attimo e la vita.

Gli sorrise come se tutto ciò che avevano vissuto fosse la sua intera esistenza, 

come se tutto ciò che avevano condiviso fosse il suo solo passato /

07 marzo 2014

Start to be





"Non c'è nulla di sbagliato in noi,
non c'era niente di banale, di ordinario, 
ma siamo esattamente come quella parete rossa:
 in teoria e' una buona idea,
in pratica non lo e',non funziona.
Ci cerchiamo, ci attiriamo, mentre fuori il mondo esplode, 
mentre la vita scorre, 
proprio come le due dita sul mio cuore, 
proprio come la tua mente sulla mia pelle, 
e io sono sola.
Ti guardo respirare, ancora prigioniero di un sonno che presto ti lascerà andare, 
ti guardo respirare mentre i i raggi del sole di dipingono la faccia 
e il tuo petto si muove piano, al ritmo dolce del tuo respiro.
Ti guardo e sento che non sarà mai diverso da così, 
nulla sarà mai diverso da così.
E allora preparo la colazione, poi mi avvicino a te e smetto di pensare, 
inizio ad essere"


06 marzo 2014

Travel Diary

/ Day III /


Quando il sole non dava segno di soccombere alla nubi ormai era l'ultimo giorno e a noi da vedere rimaneva davvero poco!
Dopo una golosa ed abbondante colazione da Panos, ci siamo diretti verso il museo delle belle arti di Bruxelles, che si trova nelle vicinanze di un parco incantevole, soprattuto lo sarà tra qualche mese quando il colore prevalente sarà il verde intenso (e non il marrone), così abbiamo scattato quale foto divertente!
Dopo pranzo abbiamo fatto un giro e poi ci siamo rifugiati in albergo per recuperare i bagagli ed infine, non molto volentieri, ci siamo diretti in aereoporto.
Ho adorato queste foto, sia per la luce, sia perchè sono state scattate dal mio ragazzo e con lui sono più le foto orrende che quelle decenti, ma mi diverto sempre un sacco! 
Lui si finge un professionista, fa smorfie imperdibili, pronuncia frasi assurde per incitarmi, lo adoro!
E inoltre la luce è assolutamente fantastica come senz'altro il luogo in cui sono state scattate!
Indosso un caldo maglioncino che probabilmente avrete già visto e che considero uno dei miei migliori acquisti, dato che impreziosito dal suo colletto tempestato di perline lo si può indossare sia per un giro e quindi con un abbigliamento più casual, sia per una cena fuori.
Come pantaloni ne ho scelto un paio boyfriend, presi a Barcellona durante il mio soggiorno in città circa due mesetti fa, ma il pezzo forte del look sono senza dubbio i miei nuovi orecchini di Mango, fatti a forma di zanna di elefante o a corno di qualche animale strano, comprati il giorno precedente (a Bruxelles).
Li amo, anche perchè donano all'outft un tocco grunge che adoro letteralmente!

Spero che le foto vi piacciano,
Bisous B









Le ultime due foto sono state scattate nella sala relax del nostro Hotel, New Hotel Charlemagne.


I wear 
Coat: Grifoni 
Sweater: Zara
Jeans: Zara
Shoes: Victoria
Bag: Louis Vuitton
Earrings: Mango
Beanie: Zara