04 febbraio 2014

Camilla's diary

/Capitolo IX/

                                                                                                                          15 Dicembre 2013

Camilla sorride e Giovanni le sfiora piano il viso con le dita.
"Vuoi entrare?"Le chiede lei "I miei sono fuori per il weekend, mia sorella dorme da un'amica e mio fratello è a Milano"
Allora Giovanni annuisce, si sistemano sul divano, accendono la TV, ma nessuno dei due le presta attenzione.
La casa è buia, solo una luce calda e fioca, che proviene da un' abat jour appollaiata su un tavolino dall'altra parte della sala, si posa sul profilo delicato di lei e si riflette nel marrone intenso degli occhi di lui.
Si guardano e qualcosa in entrambi rinasce come i fiori in primavera che sbocciano baciati dai caldi raggi del sole e tornano a vivere.
Non sanno bene cosa dire, da dove cominciare, se riprendere da dove si erano lasciati una volta, o ricominciare da quel bacio rubato. 
Ma Giovanni prende a guardarla nello stesso modo dolce che Camilla infondo conosce bene e tutto torna a funzionare, come se non avesse mai smesso di farlo.
"Tu credi che sia stato il destino a farci ritrovare?"Domanda lei facendosi piccola piccola contro di lui.
Giovanni l'abbraccia, le passa una mano tra i capelli e sorride
"Forse solo l'università"Ride lui "So solo che ne sono felice"
Camilla ci pensa un attimo "Tu hai una ragazza, vero?" Una fitta di gelosia sembra quasi volerla uccidere.
Allora Giovanni annuisce e qualcosa di scuro si impossessa dei suoi occhi e del suo cuore, vorrebbe spiegare a Camilla che con Sara, la sua ragazza, non funziona più, che niente nella sua vita ha funzionato davvero dopo di lei, ma non vorrebbe sembrare retorico e allora si limita a fissarla e a sussurrare "Io non voglio perderti, non voglio farlo perchè l'ho già fatto e me ne sono pentito" Poi la guarda per un momento e anche  se è cambiato, è cresciuto in quegli anni lontano da lei, per un momento, davanti a quella ragazza, si sente ancora il pivellino di sedici anni che cercava di fare colpo e una sensazione strana lo prende senza una ragione ben precisa. "Sempre che tu sia di quest'idea" Si sbriga ad aggiungere.
Allora Camilla spalanca gli occhi e lascia che si incollino a  lui, senza che non lo perdano nemmeno per un attimo veloce di un battito di ciglia, poi sorride, godendo del tepore di quell' abbraccio "Sono quattro anni che aspetto questo momento" Bisbiglia piano e quasi non ci crede, quasi si sente una bambina cresciuta troppo in fretta, cresciuta senza l'amore di cui avrebbe avuto bisogno.
Lui la stringe, le accarezza i capelli e poi le bacia la fronte, lei socchiude gli occhi e rimane ferma, stretta a lui, finalmente consapevole del loro amore, del loro perfetto primo amore.
Non sa se il giorno seguente saranno di nuovo insieme, stretti e vicini, innamorati e consapevoli, ma il suo cuore, ora, ha la certezza che il loro sarebbe stato quel tipo di amore più forte del tempo, in grado di trafiggerlo e ritornare all'origine.
"So che hai una ragazza, che è difficile, che tu hai una vita diversa ora, so che forse domani non avremo più quello che abbiamo oggi" Fa lei fissandolo e sorridendo piano.
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che per stanotte abbiamo ancora quindici anni, innamorati e siamo appena tornati da un giro in motorino e non importa se domani non mi vorrai, se non avremo il coraggio di tenerci stretti o vorremo solo lasciarci alle spalle questa notte, non importerà, perché avremo avuto almeno una possibilità"
Giovanni sorride, le prende la mano e la conduce nel bel mezzo della sala, la stringe a se fingendo un ballo lento.
Poi si mette a canticchiare una canzone e poggia le sue labbra sull'orecchio di lei "Settembre 2009, siamo a quella festa, l'ultima decente"La guarda per un attimo e lei sembra capire a quale sera in particolare si stia riferendo "Ti sto guardando, tu sei splendida e parli con Clara, io ti guardo da lontano, ma stavolta mi alzo da dove sto seduto, mi faccio largo tra i quattro cretini che tentano di ballare in modo decente e ti prendo il braccio, tu mi guardi e io faccio lo stesso e poi ti stampo un bacio sulle labbra"
Camilla sorride, lo fissa per un attimo e in cuor suo vorrebbe che l'avesse fatto quella notte, ma forse avrebbero consumato qualcosa di troppo bello in modo immaturo e frettoloso, e allora gli accarezza una guancia e lo guarda intensamente "Abbiamo stanotte" E lascia che le labbra  di lui si posino sulle sue, e qualcosa dentro le si muove piano e le scalda  il cuore, fino a farle tremare le ginocchia. 
E rimangono lì, fermi, in mezzo a tutta quella folla silenziosa, che li fissa increduli, che li fissa nel buio dolce di quel salotto elegante, nel tepore di quella notte di settembre.

Due metà perfette dello stesso intero  



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