04 gennaio 2014

Camilla's diary

                        /Capitolo IV/





Giovanni le fa uno squillo al cellulare, lei scende di corsa le scale.
Apre il portone e lo vede, sta lì in piedi, con un sorriso dolce sulla faccia, gli occhi scuri e le sopracciglia folte, ha quasi un aspetto buffo, con quei suoi capelli scompigliati, eppure qualcosa in lui l’attira come una calamita.
Si salutano e rimangono in silenzio forse leggermente imbarazzati, camminano un po’ per le vie del centro, prendono un gelato, Camilla gli racconta di quella volta in cui un bambino alla sua festa le ha sporcato tutto il vestino facendole cadere addosso il gelato.
“Penso di non averlo mai perdonato”Mormora lei, Giovanni la guarda e scoppia e ridere “Sei tutta sporca di cioccolato, Camilla è proprio una pasticciona”
Ridono, poi riprendono a camminare, Camilla non ha mai camminato così tanto in vita sua e ma le piace stare con lui, perché può essere se stessa, non si deve sforzare, sembra una cosa banale, un requisito scontato, ma per la bambina che doveva avere un media impeccabile a scuola, non doveva sporcarsi con il gelato, o la ragazzina che doveva diventare un avvocato brillante ed affermato come il padre, poter essere felice, spensierata, anche solo per un pomeriggio significa sentirsi addosso i suoi quindici anni e stare bene.
Poi Giovanni la riaccompagna a casa, la saluta con un gesto frettoloso e un po’ lei ci rimane male, si sente come delusa, ma lui è timido, insicuro, e non avrebbe mai osato andare oltre, perché nella sua testa, quella ragazzina dall’aria trasognante è troppo per lui.



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