30 novembre 2013

Un giorno ancora

                /Capitolo VII/





Le stagioni si susseguono e l'autunno lascia spazio all'inverno, che scivola via, verso la primavera.
Riccardo mi porta in montagna, poi ci concediamo un weekend a Barcellona, e stare con lui è la cosa migliore del mondo.
Tappezza le pareti del suo appartamento di miei ritratti, ma ora hanno due occhi ridenti, rassicurati, quasi felici.
Una notte mi sveglio e vedo il suo profilo accanto a me, addormentato nella sua parte di letto.
Con Riccardo non ci sono sorprese, niente dolore, niente di complicato.
Sto bene ora, sono diventata un’altra. Vado all’università e mi piace. Non penso più a Marco, non penso nemmeno a come sarebbe potuta andare.
Mi giro nel letto, cercando di riprendere sonno e Riccardo apre gli occhi, li spalanca su di me. “Non riesci a dormire?” Mi chiede sorridendo.
“No” Rispondo e lo accarezzo. Lui accede la luce e si mette a sedere. Fruga nel cassetto del comodino. Trova un pennarello e inizia disegnare sulle mie gambe.
Rido. Mi fa il solletico. “Non farmi schifezze”
Riccardo si finge offeso, mi bacia
Mi passa il pennarello e disegno tanti piccoli cuori sul suo petto. Poi mi scrivo qualcosa sul braccio. Riccardo mi guarda e ride “Amore?”
Annuisco. Allora lui mi prende il pennarello dalle mani e completa quel punto di domanda con una linea curva e lo trasforma in un cuore. E io lo guardo e lo amo, lo amo in modo diverso da come ho amato Marco, o chiunque altro, lo faccio in modo più maturo, con qualcosa che viene da dentro, dal profondo.
Lo bacio e Riccardo mi prende tra le braccia, annusa i miei capelli “Ti amo” Bisbiglia come fosse un incantesimo. Sorrido e mi stringo a lui.
“Anch’io” E ci addormentiamo fino a mezzogiorno
Seasons may change, winter to spring.
Richard brings me in the mountains , then we give ourselves a weekend in Barcelona, ​​and being with him is the best thing in the world.
He papered of my portraits the walls of his apartment, but now have two laughing eyes , reassured , almost happy.
One night I wake up and I see him next to me , asleep in his part of the bed.
With Richard , there are no surprises, no pain , nothing complicated .
I'm fine now , I became another . I go to university and I love it.I no longer think Mark , do not even think about how it could have been .
I turn in bed , trying to sleep again and Richard opens his eyes, opens them on me. "Can not sleep? " He asks me smiling.
"No," I reply and caress . He leads the light and sits up . Looks for in the nightstand drawer . Finds a pen and starts drawing on my legs .
I laugh . That tickles . " Do not make me shit "
Richard pretends to be offended , he kisses me
Pass me the pen and drawing many small hearts on his chest. Then I write something on my arm. Richard looks at me and laughs , " Love ? "
I nod . Then he takes my pen from the hands and complete the question mark with a curved line and turns it into a heart. And I look at him and I love him , I love him in a different way from how I loved Mark, or anyone else , I do it in a more mature , with something that comes from within, from the depths .
I kiss him and Richard takes me in his arms, sniffing my hair , " I love you" He whispers like a spell. I smile and hug him.
"So do I. " And we fall asleep till noon

28 novembre 2013

paranoic ♡





"E' come un richiamo struggente, un lamentoso grido che ti prende, che ti ruggisce dentro, che ti fa esplodere. Sarebbe stato facile, sarebbe stato giusto eppure nessuno si è concesso di rischiare, nessuno ha permesso a se stesso di poter essere felice. Campi sterminati, la luce del sole che mi scalda la faccia e si perde tra le foglie ancora verdi degli alberi, tu mi avevi fatto imparare a sognare, a credere in qualcosa. E stavo stretta a te, la notte quando faceva più buio e quelle mie paure mi portavano lontano, mi rapivano. Mi accarezzavi e mi pregavi di stare tranquilla, mi sussurravi che niente mi sarebbe potuto accadere, e io ci credevo. 
Guardo intorno a me e vedo la nostra vita che si è persa in questa aria calda, sotto questa luce gialla e impregnata di verità, di tutto ciò che ci eravamo promessi. Era semplice una volta, era facile. 
Ingarbugliata nei tuoi sorrisi, con gli occhi appiccicati ai tuoi e qualcosa che non c'era mai stato dentro di me, qualcosa che mi rendeva diversa, migliore.
Ma niente resta com'era. All'improvviso non avevo più diciassette anni, non ero più io e tu non sei mai più stato quello che eri.
Ti guardo ora, con una camicia stirata addosso, l'aria pulita, i capelli corti e la barba curata. Dove sei? Mi sembra di non riconoscere più quel ragazzo, mi sembra di averlo perso. Ma ora ti prego prendimi. Scivolami addosso, entrami nel cuore, non lasciarmi andare, mostrami ciò che sei e non permettere a nessuno di rubare quello che abbiamo noi, che forse non è niente di speciale, forse. O forse no."

27 novembre 2013

Love sotry braek

                                 

Nella foto la bellissima Anita Maserati




"Peter le sorrise con il suo ghigno beffardo, sicuro di se e sprezzante come sempre; aveva i capelli all'indietro, la barba lunga, incolta, e quei suoi occhi grigi che la sfidavano senza ritegno, quasi a volerle fare male, eppure l'amava.
L'amava come non era mai stato in grando di dimostrarle, l'amava come nessuno avrebbe mai saputo fare; l'amava con forza e presunzione, l'amava con il cuore, l'anima e tutto se stesso.
Hope lo fissò per un momento. Era devastante, dopo tutti quei mesi spesi a cercare di dimenticarlo, stare lì, davanti a lui e vederlo demolire con facilità ciòc he per lei era stato così importante. 
'Sono i tuoi occhi che parlano e io so che provi ancora qualcosa per me, anche se continui a negarlo' Mormorò lui allargando le labbra quasi in una smorfia.
Lei scosse la testa e lo spinse via, cercando di non ascoltare quelle parole.
Detestava ogni singola parte di lui, era arrivata ad odiare ogni fibra del suo corpo, ogni cosa che Peter era. 
'Devi lasciarmi stare' Fece Hope cercando di allontanarsi, ma Peter la prese per mano e in un attimo ci fu ancora la stessa magia che li aveva avvolti la prima volta. 
'Mi fai male' Ansimò lei non riferendosi alla stretta che Peter esercitava sulle sue dita, ma alludendo a tutto il dolore che la dilaniava in quel momento, che le lacerava il cuore e non la lasciava respirare. Lui l'attirò a se.
'Sono stato lontano da te per troppo tempo' Hope indietreggiò incantata dalla voce di Peter 'Ho visto bambini morire di fame, gente dirsi addio e l'unica persona che avrei voluto vicino eri tu. Non facevo altro che pensare a te'
'Sei stato lontano per sette mesi e non puoi pretendere che dopo tutto quello che hai fatto le cosa possano tornare come prima'
Peter le cinse la vita e l'attirò ancora più vicino.
I loro respiri si erano fatti uno solo e le loro anime si aggrovigliavano l'una all'altra, si mescolavano non curanti di nulla.
"Ne farò di peggio, sarò orribile, il peggiore, ma sappiamo entrambi che ciò che ci lega è qualcosa di forte, di vero, qualcosa che non ci lascia andare. Non ci lascerà andare mai e tu puoi combattermi, puoi distruggermi, ma non farai altro che demolire te stessa' Poi la fissò intensamente, perdendo per un momento la sua espressione arrogante e presuntuosa, era solo Peter, niente super poteri, niente ambizioni straordinarie, solo quei suoi occhi grandi e profondi
"Non sono il meglio per te, non sono il tuo eroe, non potrò mai esserlo. So di essere un errore, un pallino nero in una vita di successi, tu sei intelligente, bella, sai il fatto tuo, hai il mondo in mano, niente ti potrà fermare e io sono solo un ragazzo che cerca se stesso, ma quando sono con te mi sento più vicino a trovare la mia strada che quasi non ci credo ed è per questo che mi fai così paura' 

26 novembre 2013

pieces

                         
"Ci sono sbagli irrimediabili, che non possiamo correggere, a cui non possiamo porre rimedio, e poi ci sono quelli che ho commesso con te, che sono anche peggio, perché a quegli sbagli non voglio trovare una soluzione, non voglio correggere nessun errore fatto con te, perché se lo facessi non sarei qui ora, a guardarti mentre piangi e hai paura, perché ti conosco e so che hai paura"
                         
{"Camilla' diary", presto il secondo capitolo sul blog}

From Rome with Love







La città eterna, romantica, scintillante, a misura d'uomo, Roma assomiglia un po' ad una città della Spagna  una di quelle con un'energia divertente ed entusiasmante, anche se assopite sui suoi tetti ci sono storie millenarie.
Madre orgogliosa di una civiltà che influenza ancora oggi la società moderna, Roma ha alle spalle una storia antica che si respira passeggiando per le vie strette del centro.
Conosciuta in tutto il mondo non solo per l'antica civiltà romana, ma in epoca molto più moderna per aver fotografato la bell'Italia ed averla spedita in bianco e nero in ogni angolo del pianeta, vivendo ancora oggi l'eredità di una fama millenaria, Roma se ne sta tranquilla, appollaiata su quei famosi colli accogliendo migliaia e migliaia di visitatori.
Servirebbero almeno cento giorni per visitarla, apprezzarla, ed amarla veramente, ma ci si può concedere una scappatella, in un alberguccio di Trastevere, anche solo per un fine settimana all'insegna dell'arte, della cultura, del buon cibo, e sono certa che qualcosa cambierà in voi.
Roma è unica anche per la sua indole, un po' burina un po' raffinata, vivace e ciarliera ma colta ed elegante, una signora con due personalità distinte ma che si fondano in un paio di occhi color nocciola, un ammasso di capelli castani e labbra carnose.
Imperdibile è una passeggiata per il centro, Piazza di Spagna vi accoglierà con la sua scalinata, e Piazza Navona con la sua allegria e la miriadi di pizzerie, vi innamorerete delle viuzze strette, dei bar e dei ristorantini, vi concederete un bacio (e un lucchetto chiuso a chiave) sul Tevere, lanciando poi una monetina nella Fontana di Trevi.Per una visita più all'insegna della cultura e della religiosità fate un salto al Pantheon, naturalmente a San Pietro, ammirate il Colosseo e Castel Sant'angelo,ed infine scoprite angoli unici della città, che sono certa rimarranno impressi nei vostri cuori eternamente.








25 novembre 2013

Camilla's diary


                                               /Capitolo I/





E’ lunedì, un grigio lunedì mattina di metà novembre. 
Camilla cammina veloce, facendosi largo tra studenti dal passo ciondolante e vecchiette uscite di buon’ora per accaparrarsi la verdura migliore al mercato poco distante.
E’ in anticipo per la lezione, ma ha un appuntamento per un caffè con un amico e sa che lui arriva sempre puntuale.
L’università è così, tanti caffè, tante "pause-siga", che al liceo si facevano di nascosto, tanta libertà, ma anche un po’ di smarrimento.
Camilla arriva davanti al bar, ancora nessuna traccia di Luca, solo un gruppetto rumoroso all’angolo, che cerca con inutile discrezione di farsi una canna, così di primo mattino; allora si guarda intorno, stringendosi nel suo maglione, perdendosi nei suoi pensieri, passandosi nervosamente  una mano  tra i capelli e sorridendo ad una ragazza che sta in corso di diritto privato con lei.
Abbassa lo sguardo e poi lo rialza ed è un attimo; sembra che i suoi occhi si incantino su un particolare irresistibile per lei, irrimediabilmente troppo significativo per poterlo perdere ora.
E' un attimo che si aggrappa ai suoi ricordi, al suo cuore e lei non può farci nulla; e allora Camilla continua a fissare quel ragazzo dall’aria sicura di se, dai capelli spettinati e scuri, dagli occhi di un marrone caldo, quasi come il cioccolato fuso, e profondi come l’oceano. 
Sembra diverso eppure, per certi versi, sempre lo stesso.
Sente una fitta di gelosia lacerarle il cuore, quando una ragazzina dall’aria un po’ snob, gli sfiora la spalla e gli sorride.
Lui continua a parlare con un amico, mentre la ragazza lo mangia con gli occhi.
“Eppure” Pensa Camilla “qualche anno fa non era così irresistibile” e sorride ed è proprio in quel momento che lui si volta e non può fare a meno di scorgerla, bella come sempre, con i suoi occhi grandi, di quel blu che si mischia al grigio, con quei suoi capelli castani che sfiorano il rosso, avvolta in un maglione di due taglie più grande, per sentirsi meglio, per sentirsi più sicura, come stretta in un abbraccio.
E qualcosa si muove ancora dentro di lui, anche se non si vedono da anni e tra di loro è passato un fiume in piena che ha spazzato via qualsiasi cosa.
Camilla abbozza ad un saluto impacciato e lui le sorride, ma non forzatamente, è uno di quei sorrisi che ricordano il passato, uno di quelli che vorrebbero dire altro, molto più di un ciao.
Allora lei si volta e socchiude gli occhi e un fiotto di ricordi le scivola addosso come a volerla investire…

23 novembre 2013

Un giorno ancora

                              
/Capitolo VI/
Poi succede più spesso, quasi ogni sera. La scena si ripete puntuale, io che piango e Riccardo che mi porta via, che mi permette di fuggire da quel mio amore malato e malsano. Ci sono momenti in cui gli sono grata, altri in cui vorrei affrontare la mia vita, senza che arrivi lui a salvarmi. Una sera mi porta vicino al fiume, accendiamo un falò e beviamo da una bottiglia di vodka alla menta. Dopo qualche sorso siamo meravigliosamente brilli, siamo brilli di quell’ubriachezza che fa ammettere le colpe e confidare i più intimi segreti, un’ubriachezza malinconica ma coraggiosa,  e così decidiamo di bruciare ciò che ci va stretto, ciò che non vogliamo più con noi.
All’inizio è un gioco, gettiamo bigliettini o vecchie tessere della palestra che non avremmo più usato comunque. Poi con l’alcol che scherza con la mia mente e la testa che inizia a girare, mi metto a gridare che l’unica cosa che veramente vorrei levarmi di dosso è Marco e inizio a piangere e ho freddo e ho paura. Riccardo mi abbraccia e mi supplica di essere forte, mi giura che guarirò e allora lo guardo negli occhi, dura una frazione di secondo e per la prima volta intravedo qualcosa che avevo sempre ignorato, qualcosa che mi fa sussultare e tremare allo stesso tempo. Riccardo mi scosta una ciocca di capelli dal viso, io socchiudo gli occhi, non so cosa voglio, non so cosa fare, non so niente.
Succede velocemente, appoggia le sue labbra sulle mie e mi sento tremare.
In un momento non ho più certezze eppure sono nel posto giusto al momento giusto e questa consapevolezza mi colma il cuore e lo fa traboccare di qualcosa di dolce, di caldo che mi riempie tutta, che mi rende felice.
Rimaniamo abbracciati, in silenzio. Poi Riccardo bacia la mia spalla e io rido.
Rido tanto, come non mi era mai successo, rido e piango, e forse sono matta o ubriaca, ma qualcosa mi pizzica e mi colma completamente.
Dormiamo nel suo appartamento quella notte.
Rimaniamo nel letto a fissarci per ore, poi quando inizia a fare giorno, mi addormento con l’immagine del viso di Riccardo vicino al mio, bagnato dai primi raggi di quel sole autunnale e mi sembra di sfiorarlo, mi sembra di non aver mai visto nulla di così rassicurante, di così dolce.

22 novembre 2013

ragazze del nuovo millennio






A quale categoria appartenete?
Si, perché al giorno d'oggi le ragazze sono divise in diversi, ma non troppi, gruppi di pensiero, parole e stile, con tratti distintivi ben visibili e marcati ai quali non si può scappare!

Hippie chic 2013: Gonne lunghissime, all stars sbiadite, cappelli ampi e capelli indomabili.
Le vecchie hippie, quelle degli anni '70 un po' più alla moda, con borse da migliaia di euro (o centinaia), che si destreggiano da concerti all'aperto e sperimentazioni di doghe leggere a locali alla moda e brunch informali, che passano le vacanze a Formentera, con un nastrino colorato tra i capelli, un costume striminzito addosso e per coprire il bel popò un bel paio di presunti vecchi Levi's tagliuzzati e "sfragiati".
Le classiche ragazze che passano l'estate in giro, tra città d'arte, isole delle Baleari, mercatini hippie e  quando tornano in città, riposate e purificate, si fanno fotografare da un party all'altro, sempre con l'immancabile stile un po' bohemien, il trucco impeccabile e una certa nonchalance.

Bon Ton Girls: Sono le girls alla moda, senza nessuna grinza, nemmeno quando stanno in pigiama, vestono Chanel,  Louis Vuitton e Zara con la stessa compostezza ed eleganza; vanno a letto presto e vanno bene a scuola...Si questo dal lunedì al venerdì, quando la camicia di trasforma in una vestitino aderente e super scollato, i pantaloni di tweed in collant ben poco coprenti e le scarpette di vernice comprate dalla mamma in taccazzi (passatemi il termine) da paura.
Colletti impreziositi da perline, una finta rigidità mentale, borse di Gucci dell'ultima collezioni, madri pretenziose, impiccione e bionde tinte, con gioielli ben in vista.
Giovani cucciole dell'alta società (o quasi) che suonano il pianoforte o il violino, che sciano, giocano a polo e sorseggiano martini alla fragola.

Urban city female: Una pantera nera super fashion che scivola per le vie della città, perfettamente in sintonia con lo stile cinico, dinamico e distaccato della metropoli.
Cappellini con scritte divertenti, leggins fantasia, stivaletti o Dr.Martens alte, portate slacciata e mai lucidate, giubbetti di pelle, pratici, comodi e maschili.
Sono le classiche fumatrici accanite, che si vestono di nero e grigio, maghe dei socials, che si fingono menefreghiste, ma curate nei minimi dettagli e falsamente trascurate.
Sono quelle che non amano le discoteche, ma piuttosto un drink in un bar di tendenza, quelle che non si mischiano al casino e non si lasciano trascinare dalla ressa, perché troppo ben vestite per sporcarsi.
Sono le ribelli, che poi a venticinque anni, qualche giorno prima di laurearsi si convertiranno e faranno un cambio di stagione, buttando via gli abiti di tendenza, audaci, e fornendo l'armadio di camicette e gonne al ginocchio. Relegheranno infondo ad uno scatolone l'animo e lo spirito combattivo, provocatorio e cinico, per fare posto ad uno più dolce, composto e frizzante.


E voi in quale categoria vi riconoscete di più?

19 novembre 2013

Miami




Miami non è semplicemente la metropoli scintillante e perennemente assolata, sconvolta da qualche uragano di tanto in tanto, che spezza la banale e anonima provincia statunitense!
Ci tengo a precisare che Miami non è la capitale dello stato della Florida, ma essa è una città a Nord Ovest della regione, quale Tallahassee (l'avete mai sentita?), ma resta il fatto che la nostra Big rimane indubbiamente una tra le città più visitate e sognate degli Stati Uniti.
Con 404.048 abitanti, Miami si staglia sull'Oceano Atlantico, quasi in zona Caraibi e ti lascia a bocca aperti nel vedere gli altissimi grattaceli, costruiti praticamente sulla spiaggia, riflettersi nel blu terso del mare.
Miami è un crocevia di razze e culture diverse, forse più latina che americana, spagnoleggiante e sensuale al punto da sedurre anche il più gelido dei visitatori e far innamorare il più cinico degli uomini.
Perfetta per lo shopping, con i suoi centri commerciali giganteschi ma anche i negozietti old style, e rinomata per la movida variegata e variopinta.
Assolutamente da visitare Ocean's Drive per la miriade di locali, bar e ristorantini, quindi South Beach per i negozietti, le gelaterie e se volete fare una piccola follia avrete la possibilità di farvi un piccolo tatuaggio in uno negli appositi centri che si trovano praticamente ogni dieci metri!
Se passate in città qualche giorno in più nel previsto concedetevi una gita fuoriporta alle Everglades, dove potrete toccare alligatori cuccioli e avvistare se siete fortunati quelli adulti.
Imperdibile, se siete appassionati di arte e design, l'Art deco district e il quartiere di Winwood.

Ps Smettete la dieta mentre siete in città, perché non potrete fare a meno di assaggiare cibo di ogni genere e concedetevi una gita al grandissimo parco divertimenti firmato Disney nella vicina Orlando.                      


                                      


Miami is not just the sparkling metropolis and perpetually sunny , upset by some hurricane from time to time , that breaks the banal and anonymous province U.S. !
I want to clarify that Miami is the capital of the state of Florida, but it is a city in North West region , which Tallahassee , But the fact remains that our Big undoubtedly remains one of the and dream of the most visited cities in the United States.
With 404,048 inhabitants , Miami stands out over the Atlantic Ocean , almost in the Caribbean area and leaves you open -mouthed to see the soaring skyscrapers , built practically on the beach , they reflected in the blue sea .
Miami is a melting pot of different races and cultures , perhaps more Latin American, Hispanic and sensual enough to seduce even the coldest of visitors and to fall in love the most cynical of men.
Perfect for shopping, with its gigantic malls but also the old style shops , and renowned for its varied and colorful nightlife .
Definitely worth visiting Ocean 's Drive for the myriad of clubs, bars and restaurants, then South Beach for shops , ice cream parlors and if you want to make a little fun you will have the opportunity to make a small tattoo in a in special centers that can be found practically every ten meters !
If you go into town a few more days in the planned treat yourself to a trip outside to the Everglades , where you can touch alligators spotted puppies and if you're lucky those adults.
A must if you are fond of art and design , the Art deco district and the district of Winwood .

Ps Stop the diet while you are in town , because you can not help but enjoy food of any kind and treat yourself to a trip to the great amusement park in nearby Orlando  signed Disney .























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17 novembre 2013

Girls and Boys






Alzi la mano chi nella vita ha avuto (almeno) una storia sbagliata, o un amore a senso unico o ha collezionato una sfilza infinita di due di picche, tanto da rifornire almeno dieci mazzi di carte.
Penso che la maggior parte di voi abbia avuto come l'impulso a sollevare la manina prima timidamente, poi pensandoci bene a protenderla al cielo in modo deciso e per nulla risentito.
Ecco bene, tra quella maggior parte di lettori che hanno alzato la mano (gli altri li scartiamo affettuosamente) il 75% sono donne. Non vi stupite?
Qualcuno potrebbe obiettare, ma pensateci bene, quante vostre amiche dai quattordici anni in su non ha mai pensato disperatamente ad un ragazzo (o più di uno) senza riscontrare in lui nessun interesse? Quante vostre amiche si sono rintanata nella loro stanza ascoltando musiche malinconiche che suggerivano così tanto un colpo di pistola sulla tempia e via? E soprattutto non per un singolo ragazzo, perché è vero può succedere, alle più fortunate, a quelle che facendosi passare distrattamente e con una certa nonchalance una mano tra i capelli e non si truccano neppure, che trovino l'amore a sedici anni, al primo colpo, senza nessun dramma Shakespeariano, senza nessuna sofferenza (certo nessuna sofferenza fino ai cinquanta, sorprendendolo con la segretaria o la panettiera), ma la maggior parte quel perfetto primo amore, lo vivrà solo nella sua testa.
E adesso fatevi un'altra domanda, che richiede una riflessione più onesta e accurata: quante volte a soffrire è stato un vostro amico?
Forse i ragazzi hanno una mira migliore, mi spiego meglio: Si innamorano veramente raramente e quando lo fanno l'80% di loro ottiene un si da quella ragazza, quindi eccetto che non siano proprio dei disadattati, i nostri maschietti scendono in pista e ballano senza problemi, mentre le femminucce, soprattutto per le prime volte, rimangono in un angolino a crogiolarsi dell'autocommiserazione, con la speranza che quel tipo carino con gli occhioni blu ci conduca sulla pista e ci faccia piroettare nelle sue braccia.
Perché le ragazze si innamorano di più e di tipi per la maggior parte sbagliati, mentre i ragazzi difficilmente prendono una sbandata per una biondona se non per una manciata di ormoni alle stelle?
Perché in fin dei conti anche in questo campo siamo sempre noi ragazze a dover soffrire di più?
Hands up who in life had (at least) a story wrong , or a one-sided love or has racked up a slew of infinite two of spades , so as to supply at least ten decks of cards.
I think that most of you have had the impulse to raise his hand timidly at first , then think about it in protenderla to the sky in a decisive and not at all affected .
That's right, between the majority of readers who have raised their hands (the others discard them affectionately ) 75% are women. Do not be surprised ?
Some might argue , but think about it , how many your friends (girls) from fourteen years of age he never thought desperately to a guy (or more than one) without finding any interest in him ? How many your friends (girls) have holed up in their room listening to music so much melancholy that suggested a pistol to his temple and away? And especially not for a single guy , because it's true it can happen to the most fortunate , to those passing himself off casually and with a certain nonchalance a hand through his hair and do not wear makeup either, they find love at sixteen, to first try, without any Shakespearean drama , with no suffering (certainly no suffering up to fifty , surprising him with the secretary or the baker ) , but most of that perfect first love, will live only in his head.
And now let another question , which requires a more honest and accurate reflection : how many times to suffer was a friend (boys) of yours ?
Maybe the kids have a better shot , I'll explain: They fall in love really rarely and when they do 80% of them get a yes from that girl, so except that they are not just the troubled, and our boys take to the track and dance without problems , while the girls , especially the first few times , they remain in a corner of self to bask in the hope that that cute guy with blue eyes lead us on the track and let us twirling in her arms.
Why do girls fall in love more and types for the most part wrong , while the boys hardly take a crush on a blonde except for a handful of hormones to the stars ?
Because in the end, even in this field we are always girls have to suffer more ?

16 novembre 2013

Un giorno ancora

                                                  /Capitolo V/

                         
E’ venerdì e Riccardo mi convince ad accompagnarlo in un locale, è sul fiume e il dj è fantastico, o almeno così mi dice lui. Camminiamo lentamente, mentre le mani della gente sembrano volerci abbracciare e quella musica alta inghiottirci.
Poi capita in un attimo, mi volto e lo vedo. Marco, in mezzo alla pista, che si agita con due ragazze accanto. Si toccano, si baciano e io rimango immobile. Tutta la gente che impazzisce a quella visione, che grida il suo nome e mi chiedo come facciano tutti a conoscerlo. Vorrei piangere, gridare, fermarlo, schiaffeggiarlo e invece non faccio nulla, rimango ferma.
Riccardo mi prende per mano, mi guarda e mi sorride “Vieni via con me” e mi trascina lontano da tutta quella gente che grida il suo nome. Sento quelle voci scivolarmi addosso, sento gli occhi di tutti puntati su di me, su di me che avevo avuto la presunzione di poterlo cambiare. E non vorrei amarlo più, vorrei provare solo disgusto per i suoi occhi verdi, per la sua pelle perennemente abbronzata e non sognare più le sue mani, la sua voce e quelle nostre sere d’estate.
In un attimo, senza rendermene conto sono sull’auto di Riccardo, abbassa la cappotte e sento l’aria che mi sfiora il viso. Fa ancora caldo per quella metà di settembre. Andiamo veloci, sfrecciamo per quelle strade di campagna che saprebbero raccontare la mia vita, la mia storia. Sento le lacrime che continuano a scivolarmi giù fino al mento.
L’auto si ferma, Riccardo mi guarda e sorride “Basta piangere, non ne vale la pena”
Mi abbraccia e vorrei dirgli che lui non sa come ci si sente, cosa si prova ad amare così tanto una persona, amarla così tanto da star male, dal voler morire. Vorrei dirgli che la vita è ingiusta e invece rimango zitta, con gli occhi chiusi e le mie mani aggrappate al suo corpo.
Riccardo passa una mano sul mio viso e io gli sorrido. Rimaniamo in silenzio a guardare il cielo. Lui accende la radio e le note di una canzone si disperdono nel vento facendomi tremare.
Canticchia qualche parola. “Tonight we are young”
Siamo giovani stanotte ed è vero. Siamo ancora dei novellini, siamo dei bambini e non è giusto che soffriamo così tanto.
Rimaniamo abbracciati sotto quella distesa di stelle, poi senza pretendere nulla, mi chiede se voglio tornare a casa o fare un giro.
Lo guardo. Ha gli occhi celesti puntati su di me, i capelli castani che incorniciano quel suo viso magro e le labbra allargate in un sorriso.
“Non mi va di tornare a casa”
Allora accende il motore e va verso le colline, arriviamo in un paese sperduto. Lasciamo l’auto vicino alla chiesa, mi da la sua felpa, e camminiamo per le vie deserte.
“Perché sei innamorata di lui?”Mi domanda all’improvviso e mi sembra che stia urlando, mi sembra che quella domanda arrivi dritta dalla mia coscienza.
Respiro e cerco la risposta dentro di me “Non lo so”
Lui sorride.
“E’ successo per caso. Siamo usciti a cena una sera ed è capitato. Credevo fosse diverso”Bisbiglio come a volermi giustificare “Tutti mi dicono che dovrei smetterla, ma come ci riesco?”
Riccardo alza le spalle “Lo devi volere”
“Credimi è il mio desiderio ogni santo giorno e a volte ci riesco pure, non penso a lui per giornate intere, poi basta poco. Lo vedo nei volti della gente, mi sembra che tutti  abbiano i suoi occhi o le sue labbra. E‘ pazzesco” Sospiro piano senza guardalo e sento che qualcosa ha bisogno di uscire e allora allargo le labbra “E’ come se ogni giorno rimandassi a quello successivo, a volte credo che mi basti ancora un giorno e ce la farà, ma quel giorno è uguale a quelli precedenti e mi accorgo di illudermi solamente”
Camminiamo ancora, poi troviamo dei gessetti colorati, abbandonati sul marciapiede. Iniziamo a scrivere a disegnare sull’asfalto scuro. Mi diverto e non penso più al dolore che  sento dentro.
Poi Riccardo mi sorride “Non hai fame?”
Annuisco. Sta per fare giorno e per puro caso troviamo un bar aperto. Compriamo due croissant e del caffe a portar via. Ci sediamo per terra e mangiucchiamo la nostra colazione in silenzio, guardando il cielo diventare prima rosa e poi sempre più azzurro.
Mi riporta a casa che quasi sono le sette, mi madre e mio padre dormono ancora, m’intrufolo nella mia stanza quasi fossi un ladro, m’infilo nel letto, chiudo gli occhi e sorrido pensando a quella notte, pensando che forse sono sufficienti due croissant per essere felice.
It ' Friday and Riccardo convince me to accompany him in a local , is on the river and the DJ is great , or so he tells me .
We arrive and walk slowly , while the hands of the people seem to want to embrace us  and that loud music seem want to engulf us
Then it happens in a moment, I turn around and see him. Marco , in the middle of the track, that dances with two girls next door. They touch , they kiss and I remain motionless. All the people who go crazy at the sight , shouting his name , and I wonder how they all get to know . I want to cry, scream, stop him, slap him and instead do nothing , I remain firm .
Richard take my hand , look at me and smiles , "Come away with me" and drags me away from all those people screaming his name. I hear those voices slipping on me , I feel everyone's eyes on me , on me that I had had the presumption to change it . And I would not love him more , I would try only disgust for his green eyes, his perpetually tanned skin and not to dream more his hands, his voice, and those of our summer evenings.
In an instant , without realizing they are in the car of Richard, lowers the hoods and feel the air that touches my face. It's still hot to the middle of September. We go fast , we speed to those country roads that they would know to tell you my life , my story . I feel the tears that keep slipping down to the chin .
The car stops , Richard looks at me and smiles "Stop crying, not worth it "
He hugs me and I would tell him that he does not know how it feels , how it feels to love a person so much , love her so much it hurt , from wanting to die. I would like to tell him that life is unfair and I stay silent, with her eyes closed and my hands clinging to his body.
Richard runs a hand over my face and I smile at him . We remain in silence, watching the sky. He turns on the radio and the notes of a song disperse in the wind making me tremble.
 " Tonight we are young"
Tonight we are young and it is true . We are still newbies , we are children , and it is not right that we suffer so much.
We remain embraced under the expanse of stars , then without expecting anything , he asks me if I want to go home or take a ride .
I look at him . He has blue eyes on me , brown hair framing that his thin face and lips spread into a smile.
" I do not want to go home "
Then start the engine and goes up into the hills , we arrive in a remote country . We leave the car near the church, gives me his hoodie , and walk through the deserted streets .
"Why are you in love with him ? " He asks me suddenly, and he seems to be screaming , it seems to me that that question come straight from my consciousness .
Breath and I try to answer within me " do not know"
He smiles .
"It ' happened by accident. We went out to dinner one night and it happened . I thought it was different, " Whisper as to want to justify" Everyone tells me I should stop , but as we can ? "
Richard shrugs " You have to want"
" Believe me, it is my desire every single day and sometimes I can not even , do not think about him for days on end , then just a little . I see it in people's faces , it seems to me that everyone has his eyes or his lips . It ' crazy ' plan without Sigh look at him and I feel that something needs to come out and then spread her lips "It 's as if every day rimandassi to the next, sometimes I think I need only one more day and will do it , but that day is equal to the previous ones and I realize I delude myself only "
We walk again, then we find some colored chalk , abandoned on the sidewalk. We begin to write to draw dark asphalt . I enjoy it and I no longer think the pain I feel inside .
Then Richard smiles at me , " Are not you hungry ? "
I nod . Going to do day and by chance we find an open bar. Buy two croissants and coffee to take away. We sit on the floor and mangiucchiamo our breakfast in silence , watching the sky turn pink first and then more and more blue .
Me back home that are almost seven o'clock, I mother and my father still asleep , m'intrufolo in my room if I were a thief , I slip into bed , close my eyes and I smile thinking about that night , thinking that perhaps are sufficient two croissants to be happy.