15 ottobre 2013

La ville lumiere

Un'altra grande mia passione oltre la scrittura è "girovagare per il mondo"!
Il progetto e l'organizzazione di un nuovo viaggio mi esalta ed emoziona inevitabilmente, adoro scegliere la meta, dedicare ore intere a studiare la possibilità di visitare musei e luoghi tipici, ma più di tutto mi piace sentire il profumo delle città che visito, guardare in faccia le persone ed immaginarmi un po' della loro storia, che per un breve momento incrocia la mia e vi si intreccia. Il mistero e il fascino di ogni luogo resta impregnato nei miei occhi per molto tempo, e quando lentamente svanisce, una malinconia perversa e traditrice mi spinge a ritornare nei luoghi dei miei ricordi ancora una e ancora una volta.
Crescendo ho sviluppato un notevole interesse per l'esplorazione di luoghi che avevo sentito nominare a scuola o di cui avevo letto qualcosa e questa mia attitudine influenza il mio modo di pensare, di vestire e in qualche modo di vivere la vita. Credo che viaggiare ci apra le porte di un modo veramente vasto e vario, e ci fa capire che non siamo al centro di tutto, ci mette a contatto con gente che vive altre vite, lontano dalle nostre e ci lascia inevitabilmente qualcosa dentro.


La città di stanotte è la "ville lumiere".

Parigi è una signora raffinata ma ambigua, che nasconde tra le pieghe della sua gonna misteri e segreti. Una nobildonna che ama le feste e l'eleganza, ma che è cresciuta in bordelli di quartieri poco raccomandabili; è romantica e passionale, con un anima ardente che minaccia di essere spenta da troppe convenzioni sociali. Ma Parigi è anche giovane e rumorosa; Parigi è anche una ragazza di vent'anni, con i jeans stropicciati e una sigaretta tra le labbra, seduta sui gradini dell' Operà.




Se socchiudo gli occhi, l'odore di cibo, che pervade le viuzze strette del quartiere latino con il suo vociare allegro, mi stuzzica la memoria, così come la solennità di Notre Dame e lo scintillio della Tour Eiffel. Parigi e i suoi bistrots, Parigi e la magia dei suoi artisti, gli stessi artisti che l'hanno amata e ne hanno fatto di lei una madre.
Parigi é il dolce scricchiolio di una mina da disegno sulla carta ruvida di un ritrattista appollaiato sul suo sgabello sulle rive della Senna.




    
















2 commenti:

  1. Ciao Beatrice sono Angelica,mi piace molto questo post perchè sei riuscita a farmi rivivere i momenti e le sensazioni che ho provato due anni fa a Parigi.Sei molto brava, continuerò a seguirti e ti auguro buona fortuna per il tuo blog. Ciao.

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    1. Ciao Angelica :) grazie mille, sei stata davvero gentilissima e spero che ti piaceranno anche i prossimi post. Un bacione

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